Per preparare il suolo ad accogliere in maniera ottimale le piante tartufigene e così favorirne l’attecchimento, e portare quindi allo sviluppo e la produzione di tartufi, si dovranno effettuare una serie di lavorazioni preparatorie, da iniziare per tempo.
Un anno prima della messa a dimora delle piante, ci si dovrà occupare del dissodamento del terreno, azione necessaria e finalizzata a rimescolarne i vari strati, alleggerirlo, arieggiarlo, in modo che sia esposto all’azione disgregante degli agenti atmosferici. Sarà compito dello strumento utilizzato (es: aratro o erpice) estirpare completamente la vegetazione erbacea ed arbustiva, operando fino a 20-30 centimetri di profondità. Insieme al lavoro di dissodamento ci si dovrebbe prendere cura di eliminare alberi improduttivi e grossi massi presenti nell’area scelta.
Poco prima che avvenga la messa a terra delle piantine si deve operare un’ulteriore erpicatura superficiale, allo scopo di spianare il terreno, completare la sua frantumazione e poi eliminare la vegetazione che nel frattempo si è venuta a ricreare. Terminata questa operazione, si passerà a delimitare con un aratro le linee di filare del terreno, orientate da est a ovest e la cui profondità massima deve essere di 15 centimetri. La distanza delle linee, cosi come quella delle buche destinate ad accogliere le piantine (profonde 35-40 cm e larghe 40-50 cm), deve corrispondere allo schema dell’impianto prescelto.
Sul fondo si può deporre una rete, una mattonella o una pietra piatta. Soprattutto in caso di terreni profondi è consigliato un fondo piatto, sempre utile a costringere le radici ad assumere un andamento superficiale, ovvero la configurazione ottimala tra radici e micelio fungino, che potrà portare a una forte micorrizazione e ad un’ottima produzione di tartufi. Questa piccola strategia non è ben vista da tutti gli esperti, anche perché può rendere la pianta meno stabile ed esporla al forte vento, inoltre si rivela comunque inutile in caso si utilizzino piantine diverse dalla querce o con piante di quercia prive di radice fittonante.
Sollevate il fondo della buca di 15-20 cm con terra proveniente dalla scavo o, meglio ancora, da tartufaie in attiva produzione. Evitate terreno sterile, in simbiosi con altri funghi o quello proveniente da aree con essenze arboree ectomicorriziche.
Assicurandosi di preservare il pane di terra, estraete la pianta tartufiera dal vaso in cui risiede per collocarla in una delle buche preparate. Per innestarla al terreno, utilizzate terra fine della stessa origine di quella utilizzata per innalzare il fondo della buca. Se il terreno è umido o agnato, pigiate leggermente sul terreno di riempimento, che deve essere superiore al livello del suolo, al contrario se è asciutto, zappettate intorno e innaffiate per favorire l’adesione del pane di terra al suolo.
I mesi consigliati per la messa a dimora delle piante tartufiere sono marzo e aprile, anche se l’autunno viene talvolta preferito.