Idoneità alla raccolta di tartufi

Per essere idonei alla raccolta dei tartufi, è necessario premunirsi di un’apposita autorizzazione necessaria solo per la raccolta in terreni comuni, mentre un proprietario, così come l’usufruttuario di tartufaia, e relativi dipendenti e familiari possono raccogliere tartufi da questa senza autorizzazione. Questa autorizzazione viene comunemente chiamata tesserino e, anche se è compito della Regione rilasciarlo, la sua valenza comprende tutto il territorio nazionale. La Regione organizza degli appositi esami, a cui può accedere qualsiasi persona con più di quattordici anni.

L’esame viene organizzato periodicamente in specifiche province della Regione e consta di un questionario a scelta multipla con 20 domande mirate ad attestare la conoscenza delle varietà dei tartufi, della modalità di raccolta e della legislazione statale e regionale dell’esaminato. L’obiettivo per ottenere il tesserino è rispondere correttamente a 16 domande. Nel corso degli anni questa procedura si è snellita, e presenta un calendario unico di riferimento (dal 2017). Per sostenere l’esame ci si deve presentare al Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca della provincia per sottoporre e compilare la domanda di ammissione all’esame, a cui si deve allegare una copia del codice fiscale e la documentazione richiesta. La validità del tesserino è di 10 anni.

In seguito, si dovrà pagare un tributo regionale annuale (di circa 90 euro), la prima volta in seguito al rilascio del tesserino per poi rinnovarlo all’inizio di ogni inizio di attività di raccolta, senza bisogno di un rinnovo cadenzato. In pratica alla scadenza (mettiamo il 21 ottobre del 2018) del pagamento non si potrà più svolgere l’attività di raccolta tartufi legalmente, ma in seguito si potrà rinnovare e dal giorno del rinnovo (mettiamo il 15 novembre 2018) avrà di nuovo valenza di un anno (fino al 15 novembre 2019). In ogni caso, il tributo dovrà essere versato prima del rilascio del tesserino ed entro il 31 gennaio di ogni anno successivo a quello del rilascio.

Alla scadenza della validità del tartufo (dopo 10 anni, a prescindere dalle rate pagate nel frattempo) si dovrà rinnovare il tesserino per mezzo di un apposito modulo. Sempre al Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca si presenterà il modulo per il rinnovo, a cui andranno allegati:
– 1 copia di documento d’identità valido
– il tesserino scaduto
– 2 marche da bollo da 16 €
– una coppia di fototessere uguali e recenti
– la ricevuta del versamento della tassa abilitazione raccolta tartufi avuta dalla Regione
In caso di smarrimento o furto del tesserino si dovrà effettuare una denuncia presso le autorità competenti, mentre in caso di deterioramento si potrà richiedere un duplicato presso il Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca provinciale, compilando un apposito modulo.

Una volta in possesso del tesserino si potranno raccogliere tartufi all’interno dei boschi e dei terreni non coltivati, rimane comunque vietata la raccolta nelle tartufaie controllate o coltivate, che mostreranno un’apposita segnaletica di riconoscimento. Anche in possesso del tesserino, quindi, bisogna fare attenzione a non addentrarsi in zone protette come oasi di protezioni della fauna selvatica, zone di ripopolamento e altre, che in ogni caso saranno sempre opportunamente segnalate.

Idoneità alla raccolta di tartufi