Tuber malenconii Donadini, Riousset & Cheval

Una specie che si è riusciti a distinguere solo da trent'anni (si parla del 1978) e la cui presenza è abbastanza delimitata alla Provenza, seppur molti potrebbero rivelarsi i suoi habitat naturali, tra cui diverse zone dell'Italia. Proprio nel Sud della Francia ne troviamo la più grande commercializzazione, spesso insieme ai tartufi detti musquées (o muscades, in dialetto provenzale), ovvero di quella categoria che tende a racchiudere i prodotti dall'odore non certo gradevole (come i tuber brumale, mesentericum e albidum).

Il corpo fruttifero di questo tartufo si presenta di modeste dimensioni, in genere della grandezza di un uovo o poco più e di forma, subglobosa, lobata, gibbosa e spesso con una piccola cavità basale. Il peridio globoso è di tonalità dal bruno scuro al nerastro e mostra una fossetta basilare, il tutto ricoperto da una coltre di micelio biancastra. Le sue verruche sono poligonali (dai 4 ai 6 lati) e tanto basse da apparire schiacciate, quasi piatte. La gleba è solida, all'inizio biancastra, poi grigia, grigiastra, e alla maturità diventa marrone, marmorizzata con numerose, sottili venature bianche che si spingono verso la base del tartufo. Come dicevamo il suo odore non è dei più gradevole, emettendo un aroma forte e pungente, con una sfumatura di formaggio, talvolta quasi fecale; solo a volte presenta un profumo agliaceo. Tutto questo permette ai cani da tartufo, di rintracciarlo con semplicità. Gli aschi contengono spore bruno-chiare, in numero variabile da 2 a 8, fittamente alveolate.

Cresce in modo naturale nei terreni argillosi e calcarei, preferendo la simbiosi micorriza con i lecci, a quella con altre piante. Il suo ciclo di sviluppo e maturazione va da inverno a primavera, preferendo i mesi tra novembre e marzo.

A causa delle sue caratteristiche non particolarmente piacevoli (soprattutto riguardo l'odore, ma non soltanto), benché sia possibile trovare in commercio questo tartufo, in zone ben delineate, non ha un forte né ben definito interesse commerciale, per questo, anche se la coltivazione ne è possibile, non è affatto ricercata.